Per il vostro prossimo viaggio in Messico siete in cerca di un’attività turistica “non convenzionale”? Preparate le maschere allora, gli incontri di Lucha Libre vi aspettano!
DEFINIZIONE
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La lucha libre è uno stile di wrestling che si afferma in Messico negli anni trenta, ed è tutt’oggi considerato caratteristico della tradizione messicana. Si tratta di uno stile di lotta libera più veloce e frenetica di quella del wrestling canonico e, di conseguenza, più spettacolare da vedersi; i luchadores (nome dei combattenti della lucha libre) infatti, oltre ad un’ottima preparazione atletica devono anche saper intrattenere il pubblico: non a caso, si tratta di un’esperienza molto coinvolgente da vivere, anche troppo se vi sedete vicino al ring, perché rischiate di essere trascinati dall’entusiasmo generale o addirittura nell’azione!
ORIGINI
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Come detto, la lucha libre odierna si afferma negli anni ’30, ma tutto ebbe inizio nel 1863 quando Enrique Ugartechea, ispiratosi alla tradizione greco-romana gettò le basi della tradizione che conosciamo oggi. Rimase uno sport amatoriale fino al 1933, quando Salvador Lutteroth González fondò l’Empresa Mexicana de Lucha Libre (oggi conosciuta come Consejo Mundial de Lucha Libre, o World Wrestling Council) e iniziò a promuovere combattimenti prima in Messico e, successivamente, negli Stati Uniti.
TECNICA
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La lucha libre segue tendenzialmente le regole del wrestling americano e prevede i classici incontri uno contro uno, anche se molto diffusi sono i match che vedono tre wrestler affrontarne altri tre, chiamati “trios match”: all’interno dei due team vengono nominati due capitani e, per aggiudicarsi l’incontro, è necessario sottomettere il capitano del team avversario o almeno due membri del team. Tale tipologia di incontro si può svolgere anche con due team formati da quattro uomini. Molto comuni sono anche i “Two out of three falls match”, in cui non c’è limite di tempo. Le regole, applicabili a tutte le tipologie d’incontro, vengono decise dalle Comisiónes de Box y Lucha che hanno sede nelle capitali dei vari stati messicani.
MASCHERE
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La storia delle famose maschere lucha libre risale al 1933, quando un lottatore di nome El Ciclón McKey commissionò a Don Antonio Martinez (il cui negozio originale esiste ancora oggi e si trova vicino all’Arena Mexico di Città del Messico) una maschera per una lotta imminente: fu un successo strepitoso, a tal punto che nessun luchador rivela il proprio vero nome mentre è calato nel personaggio. La maschera ha sempre un significato e spesso si ispira da altre: ad esempio, può essere un tributo ad un’accademia di allenamento o a un lottatore famoso.
Le “máscaras” vengono anche messe in palio nei match “máscara contra máscara“: lo sconfitto di questo tipo di match deve consegnare la sua maschera al vincitore e, se vorrà rimascherarsi, dovrà usarne una diversa. Anche questi match possono coinvolgere tre lottatori contro tre: in questi casi, l’intera squadra perdente è costretta a smascherarsi, un’azione considerata disonorevole nella lucha libre.
La maschera diventa una componente essenziale per i lottatori, e l’esempio più lampante è dato dal leggendario El Santo: mai sconfitto in tutta la sua carriera, iniziata nel 1942, rivelò la sua vera identità solo poco prima della sua morte nel 1984, e venne poi sepolto con la sua maschera d’argento!