Un bel viaggio in Messico per mezzo dell’arte contemporanea? Yes please, grazie al muralismo messicano, i suoi esponenti e le opere principali tutte da scoprire!

opera del muralismo messicano di Orozco

Il muralismo ha avuto inizio come programma di arte pubblica finanziata dal governo durante la rivoluzione messicana (1910-1920). Consisteva in pitture murali di grandi dimensioni su edifici pubblici: le raffigurazioni di affreschi facevano parte della tradizione preispanica, ma vennero riportate in auge come forma espressiva e complessiva, in quanto gli artisti la trovarono adatta a essere compresa dal popolo e a veicolare un messaggio sociale e politico anche in tempi moderni. Dopo la rivoluzione infatti, il governo si è trovato di fronte il difficile compito di trasformare un Messico diviso in fazioni, in una nazione coerente, e per fare ciò era necessario per creare una storia ufficiale del Messico, in cui i cittadini si sarebbero potuti ritrovare in modo facile e immediato.

I temi principali del muralismo di conseguenza  riguardavano le civiltà precolombiane, la conquista coloniale spagnola e il culmine dell’era moderna, raggiunta con la Rivoluzione messicana del 1910. Le tecniche usate erano inizialmente quelle antiche, tipiche dell’affresco. Successivamente, iniziarono ad utilizzare anche prodotti industriali e vernici a rapida essiccazione.

diego rivera muralista messicano opera del 1934

Su una serie di artisti, tre emersero come i più celebrati e prolifici, tanto da essere conosciuti come Los Tres grandes (“I tre grandi“), José Clemente Orozco (1883-1949) , Diego Rivera (1886-1957), e David Alfaro Siqueiros (1896-1974).

Ovviamente non tutti i muralisti affrontano gli argomenti sopracitati nello stesso modo. Anzi, le posizioni, le opinioni, le idee politiche ed artistiche, sono molto diverse una dall’altra e spesso, tra questi artisti, si innescano discussioni accesissime. Prendiamo per esempio la conquista spagnola. Per il muralista Orozco si tratta di un momento eroico, mentre per Rivera e Siqueiros rappresenta l’inizio della fine, un evento di cui si pagavano ancora le conseguenze in termini di povertà e differenze sociali. Spesso tuttavia, le posizioni individuali degli artisti nei confronti della storia è confusa.

A livello tecnico, risulta un movimento estremamente articolato: Orozco e Rivera, per esempio, si ricollegano ai metodi tradizionali dell’affresco e dell’encausto. Siqueiros, invece, ricercava soluzioni innovative e industriali.

Nel muralismo sfocia un linguaggio sostanzialmente omogeneo, di marcato tratto espressionista, di forte cromatismo, di solenne grandiosità compositiva. Il muralismo, vero e proprio mezzo di denuncia sociale, si diffonde anche in Uruguay, Argentina e soprattutto nel Cile di Salvador Allende, dove la pittura murale svolge addirittura un’opera di “alfabetizzazione” per immagini. Verso gli anni ’30 Rivera, Siqueiros e Orozco si trasferiscono dal Messico negli Stati Uniti, dove esportarono la loro esperienza artistica, ricevendo anche commissioni pubbliche per la realizzazione di murales.

Da questa commistione culturale prende l’avvio un fenomeno artistico di portata mondiale, il graffitismo metropolitano, che pur avendo, rispetto al muralismo messicano, sostanziali differenze di fondo, formalmente tuttavia ha con esso strette analogie. Come il murale, il graffito è espressione di protesta, soprattutto giovanile e generazionale, in quanto vuole appropriarsi dello spazio pubblico per trasmettere un messaggio forte ed esteso.