Maya, Aztechi e Inca sono civiltà precolombiane, ossia popolazioni che vivevano in America prima della scoperta del continente da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Vediamo insieme e in breve le caratteristiche principali di queste civiltà perdute ma tutt’oggi considerate affascinanti!
MAYA
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I Maya erano una delle popolazioni più evolute del centro America, sviluppatasi nella penisola dello Yucatán, in Guatemala e in Honduras a partire dalla metà VII secolo A.C., ed erano organizzate in una miriade di città-stato indipendenti, dove avevano sede solo i templi e le abitazioni del clero; la popolazione invece, viveva nelle campagne circostanti.
Il capo della città era il sommo sacerdote, che deteneva anche i poteri politici e giudiziari. Il clero era affiancato dal ceto nobiliare che possedeva la terra lavorata dalla popolazione. L’agricoltura era praticata secondo il sistema del taglia-fuoco, e comprendeva peperoncini, fagioli, zucca e mais. I segni della scrittura erano chiamati glifi, dati dalla mescolanza tra il sistema pittografico e quello fonetico.
Il calcolo del tempo aveva tra i Maya un’importanza enorme ed erano in uso diversi calendari, basati sulle stagioni dell’agricoltura; grazie alle loro conoscenze astronomiche, essi calcolarono l’anno solare di 365 giorni. Padroneggiavano l’aritmetica e avevano scoperto lo zero molti secoli prima degli Arabi. Nel XVI secolo, l’impero spagnolo colonizzò la regione mesoamericana e la civiltà scomparve definitivamente nel 1697.
AZTECHI
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Verso l’Anno Mille gli aztechi erano una popolazione nomade che percorreva le pianure del Messico settentrionale e le steppe sud-occidentali del Nord America. Il nome con cui essi stessi si indicavano è “Mexica” o “Tenochca”, e non a caso Mexica è il termine usato per definire i loro discendenti. Dopo essersi spostati nell’altopiano del Messico, agli inizi del XV secolo incominciarono la loro ascesa, che li portò a sottomettere le comunità della regione e a organizzare un impero che si estendeva su quasi tutto il Messico e su parte del Guatemala.
L’impero, organizzato in distretti, era dominato dall’imperatore; quest’ultimo era affiancato da un Consiglio Supremo con funzioni amministrative e giudiziarie. Le cariche civili e religiose erano riservate ai nobili, mentre i mercanti e gli artigiani rappresentavano un ceto intermedio. Alla base di questa piramide sociale, stavano invece i servi e gli schiavi.
L’architettura delle città azteche, in particolare della capitale Tenochtitlán, affascinò gli europei per la cura e l’eleganza dei palazzi, le piramidi. Nel 1521 Hernán Cortés, conquistò la città e, successivamente, gli spagnoli fondarono Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; da qui, procedettero con la colonizzazione dell’America Centrale.
INCAS
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La popolazione della regione di Cuzco (Perù) fondò tra il 1450 e il 1532 un impero vastissimo, che si estendeva per oltre 4000 km dall’Ecuador settentrionale al Perù, alla Bolivia occidentale, al Cile settentrionale. Lo sterminato territorio del loro impero era costellato di centri urbani, ognuno dei quali aveva le sue piramidi-tempio.
L’impero inca si reggeva su un sistema politico rigido e gerarchico, basato sull’attività militare dell’aristocrazia e sullo sfruttamento delle popolazioni sottomesse. Il sovrano, ritenuto l’incarnazione del dio Sole, era il capo supremo. Gli artigiani inca producevano oggetti di terracotta e di pietra, ed erano insuperabili come orefici.
Quanto all’edilizia, gli inca erano abili costruttori di edifici in pietra. Attribuivano poi una grande importanza alla divinazione, effettuata dai sacerdoti. Nel 1532, l’impero venne conquistato dallo spagnolo Francisco Pizarro: il popolo inca, convinto che i conquistadores spagnoli fossero di natura divina, non oppose resistenza.