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Piramidi Mesoamericane: Una Storia Affascinante e Monumentale

Come degli storici o archeologi, andiamo allo scoperta delle suggestive e imponenti piramidi mesoamericane!

Le piramidi a gradoni spesso presentavano dei templi sulla sommità, e ricordano molti agli ziqqurat mesopotamici e le piramidi egizie. La regione mesoamericana con il maggior numero di piramidi è quella di Cholula, nello Stato di Puebla.

MAYA

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Scoperta un'altra struttura all'interno della piramide Maya di ...

La penisola dello Yucatan ospita alcuni tra i più significativi siti archeologici mesoamericani appartenenti alle civiltà Maya. I Maya, vissuti circa 3000 anni fa, iniziarono a costruire questo tipo di monumenti come tumuli: questi furono i predecessori delle piramidi a gradoni del periodo Terminale Pre-Classico e successivo. Tali piramidi si basano su pietre scolpite al fine di creare una sorta di scala. Molte di queste strutture presentano una piattaforma sulla sommità, sopra la quale si costruiva un edificio sacro, associato ad una divinità. Le piramidi maya furono erette anche per essere utilizzate come luogo di inumazione dei re.

La serie di rovine Maya più famose al mondo si trova a Chichen Itza, il cui edificio più famoso è il Tempio di Kukulcan, un'imponente piramide a gradoni nel centro della città. Un altro sito mportante si trova a Palenque, un complesso maya circondato dalla giungla del Chiapas che presenta numerosi edifici e piramidi, fra cui il Palazzo e il Tempio delle Iscrizioni.

AZTECHI

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Baldanzose Giovani Donne a Teotihuacan | Emotion Recollected in ...

In contemporanea a quella Maya, e poco più a nord nel Messico continentale, si sviluppò un’altra grandi civiltà, quella degli Aztechi, formata da una serie di città-stato. Simile a quelle Maya, tra le piramidi azteche più famose troviamo quella presente nel sito di Teotihuacan, chel suo periodo di massimo splendore, era la città più popolata delle Americhe, con oltre 125.000 cittadini.


Piñata Day: Tutto Quello che c'è da Sapere sulla Pentolaccia!

Il 18 Aprile si celebra il Piñata Day! Scopriamo la nascita e la tradizione che si cela dietro le famose e colorate pentolacce.

STORIA DELLA PIÑATA

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Secondo un’ipotesi particolarmente diffusa, i primi a realizzare qualcosa di simile alla piñata sarebbero stati i cinesi che, per celebrare il loro capodanno, creavano delle statuette a forma di bovino, le rivestivano di carta colorata, le riempivano di semi misti e le rompevano poi con dei bastoni, in segno di buon auspicio per l'anno che veniva. Tale tradizione, sarebbe poi stata importata in Italia da Marco Polo nel XIII secolo: qui presero il nome di "pignatte" e venivamo riempite di gioielli o dolci, un'usanza che prese poi il via anche in Spagna, dove è consuetudine che la piñata venga rotta la prima domenica di Quaresima.

All’inizio del XVI secolo, i missionari spagnoli portarono la piñata in Messico, dove però le popolazioni indigene avevano già adottato un'usanza simile. Gli aztechi infatti, celebravano la nascita del dio Huitzilopochtli mettendo nel suo tempio una pignatta di terracotta in cima a un palo alla fine dell’anno. La pignatta veniva abbellita, riempita di piccoli tesori e poi rotta con un bastone: i tesori che cadevano a terra, diventavano un’offerta per la divinità. Anche i maya avevano una tradizione simile, un gioco nel quale i partecipanti bendati dovevano colpire una pignatta di terracotta sospesa con una corda.

I missionari spagnoli si servirono allora della piñata per rappresentare la lotta cristiana tra bene e peccato. La piñata tradizionale era un vaso di terracotta rivestito di carta colorata che aveva la forma di una stella a sette punte, rappresentative dei sette peccati capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, invidia, gola e accidia. Rompere la piñata da bendati rappresentava la vittoria della fede sul male. I dolciumi all’interno della piñataerano la ricompensa.

LA PIGÑATA OGGI

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Oggi la  piñata fa parte dei festeggiamenti delle posadas durante il periodo natalizio. Inoltre, rompere la piñata è considerato un elemento essenziale delle feste di compleanno messicane. Per molti messicani tuttavia, la piñata perso la sua connotazione religiosa, diventando un mero divertimento: oggi sono disponibili di tutte le forme e colori!


Pasqua in Messico: Tradizioni e Celebrazioni

Come si celebra la settimana santa e la Pasqua in Messico? Scopriamo le tradizioni di questa terra!

DOMENICA DELLE PALME

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Semana Santa in America Latina: dal Messico al Perù | Vagabondo

La celebrazione comincia con la domenica delle Palme. Prima della Messa, c'è una breve processione: la gente si raccoglie davanti alla chiesa e il celebrante, dopo la lettura del vangelo, benedice le palme. Canti e preghiere accompagniamo poi la processione di Gesù, rappresentato da un giovane vestito di bianco, montato su un asinello o su un mulo.

 

SETTIMANA SANTA

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Per il giovedì santo, durante la Messa della "Cena del Signore", si fa la lavanda dei piedi di dodici uomini, vestiti come gli apostoli. È pratica comune inoltre dedicare alcune ore di adorazione a Gesù nell'Eucaristia, incrementando la diffusa adorazione perpetua del Santissimo.

Il venerdì santo si comincia con la via crucis, con rappresentazioni a ogni stazione. La comunità decide in precedenza chi rappresenterà Gesù: deve essere un papà o un giovane onesto, devoto, rispettato da tutti. Si usa lo stesso criterio per scegliere Maria. Gli altri personaggi sono indifferentemente adulti o bambini e ragazzi. Vi partecipa tanta gente che prega, canta, si commuove, sopportando il caldo quando il rito avviene verso mezzogiorno. Più tardi si vive il rito liturgico della lettura della Passione, dell'adorazione della croce e della Comunione.

Il sabato, la gente si raduna per ascoltare e partecipare a un discorso di condoglianze a Maria per il dolore della morte di Gesù. Alla sera, gli uomini vestiti a festa portano l'acqua da benedire e le candele da accendere al fuoco: è il segno di Cristo Risorto, Luce del mondo, che sistemeranno nelle proprie case.

 

PASQUA

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Una delle tradizioni pasquali più diffuse e divertenti in Messico vede l’uovo come protagonista: los cascarones, ovvero i gusci delle uova, vengono, in occasione della Pasqua, riempiti di coriandoli o di confetti e poi chiusi con un pezzetto di carta velina. Le uova effettive invece, si colorano e si rompono poi sulla testa degli amici, in segno di buon augurio. E a Pasquetta? Beh, tutti in spiaggia ovviamente!


Maya, Aztechi e Inca: Riassunto delle Civiltà Precolombiane

Maya, Aztechi e Inca sono civiltà precolombiane, ossia popolazioni che vivevano in America prima della scoperta del continente da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Vediamo insieme e in breve le caratteristiche principali di queste civiltà perdute ma tutt'oggi considerate affascinanti!

MAYA

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Maya erano una delle popolazioni più evolute del centro America, sviluppatasi nella penisola dello Yucatán, in Guatemala e in Honduras a partire dalla metà VII secolo A.C., ed erano organizzate in una miriade di città-stato indipendenti, dove avevano sede solo i templi e le abitazioni del clero; la popolazione invece, viveva nelle campagne circostanti.

Il capo della città era il sommo sacerdote, che deteneva anche i poteri politici e giudiziari. Il clero era affiancato dal ceto nobiliare che possedeva la terra lavorata dalla popolazione. L’agricoltura era praticata secondo il sistema del taglia-fuoco, e comprendeva peperoncini, fagioli, zucca e mais. I segni della scrittura erano chiamati glifi, dati dalla mescolanza tra il sistema pittografico e quello fonetico.

Il calcolo del tempo aveva tra i Maya un’importanza enorme ed erano in uso diversi calendari, basati sulle stagioni dell’agricoltura; grazie alle loro conoscenze astronomiche, essi calcolarono l’anno solare di 365 giorni. Padroneggiavano l’aritmetica e avevano scoperto lo zero molti secoli prima degli Arabi. Nel XVI secolo, l'impero spagnolo colonizzò la regione mesoamericana e la civiltà scomparve definitivamente nel 1697.

 

AZTECHI

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Verso l’Anno Mille gli aztechi erano una popolazione nomade che percorreva le pianure del Messico settentrionale e le steppe sud-occidentali del Nord America. Il nome con cui essi stessi si indicavano è "Mexica" o "Tenochca", e non a caso Mexica è il termine usato per definire i loro discendenti. Dopo essersi spostati nell’altopiano del Messico, agli inizi del XV secolo incominciarono la loro ascesa, che li portò a sottomettere le comunità della regione e a organizzare un impero che si estendeva su quasi tutto il Messico e su parte del Guatemala.

L’impero, organizzato in distretti, era dominato dall’imperatore; quest’ultimo era affiancato da un Consiglio Supremo con funzioni amministrative e giudiziarie. Le cariche civili e religiose erano riservate ai nobili, mentre i mercanti e gli artigiani rappresentavano un ceto intermedio. Alla base di questa piramide sociale, stavano invece i servi e gli schiavi.

L’architettura delle città azteche, in particolare della capitale Tenochtitlán, affascinò gli europei per la cura e l’eleganza dei palazzi, le piramidi. Nel 1521 Hernán Cortés, conquistò la città e, successivamente, gli spagnoli fondarono Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; da qui, procedettero con la colonizzazione dell'America Centrale.

 

INCAS

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La popolazione della regione di Cuzco (Perù) fondò tra il 1450 e il 1532 un impero vastissimo, che si estendeva per oltre 4000 km dall’Ecuador settentrionale al Perù, alla Bolivia occidentale, al Cile settentrionale. Lo sterminato territorio del loro impero era costellato di centri urbani, ognuno dei quali aveva le sue piramidi-tempio.

L’impero inca si reggeva su un sistema politico rigido e gerarchico, basato sull’attività militare dell’aristocrazia e sullo sfruttamento delle popolazioni sottomesse. Il sovrano, ritenuto l’incarnazione del dio Sole, era il capo supremo. Gli artigiani inca producevano oggetti di terracotta e di pietra, ed erano insuperabili come orefici.

Quanto all’edilizia, gli inca erano abili costruttori di edifici in pietra. Attribuivano poi una grande importanza alla divinazione, effettuata dai sacerdoti. Nel 1532, l’impero venne conquistato dallo spagnolo Francisco Pizarro: il popolo inca, convinto che i conquistadores spagnoli fossero di natura divina, non oppose resistenza.