Teschi Messicani: Un Simbolo, Una Tradizione, Un Sinonimo di 'Vita'

Abbiamo accennato proprio settimana scorsa, in occasione del Dia de los Muertos, ai teschi messicani: oggi invece approfondiamo l'argomento indagano i significati di questo potente simbolo tradizionale!

SIGNIFICATO

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teschi messicani, sono un punto molto importante del simbolismo messicano e, seppure legati al mondo dei morti, non hanno una connotazione triste ma al contrario, servono a esorcizzare l'idea della fine e a celebrare la vita. Tra i significati più ricorrenti ritroviamo quelli di Trapasso, evidenziando il legame tra mondo dei vivi e dei morti, Potere, Protezione, Intimidazione per i nemici e Ingegno Umano, metafora dell’intelletto e della razionalità.

IL CONTRASTO TRA MORTE E VITA

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Nella tradizione messicana, quando un teschio viene affiancato a una rosa, si genera il significato di equilibrio e di bellezza. La rosa infatti, simboleggia l'intensità della vita e il contrasto con il teschio immobile esalta ulteriormente il suo significato. Ecco dunque che la vita si avvale di un valore ulteriore quando la mettiamo di fronte alla morte: il tempo vitale diventa un bene raro, contato, prezioso, e l’unione di queste due forme crea un insieme equilibrato, classico, elegante, senza tempo.

In moltissime culture, però, il fiore è anche simbolo di rinascita e di vita dopo la morte. Mettere una rosa sopra a un teschio bianco, quindi, è anche un messaggio di eternità: in qualche modo, continueremo ad esserci, sotto nuove forme.


All About the Nachos, i Triangoli di Mais Fritti più Amati al Mondo

Solo a sentire la parola "nachos" ci viene l'acquolina in bocca: ammettiamolo, questi irresistibili snack accompagnati da formaggio fuso, guacamole, carne o pomodori sono una vera e propria droga (alzi le mani chi non riesce a fermarsi come noi se inizia a mangiarne ????????)! Ecco qualche informazioni in più su questo piatto della tradizione messicana tanto amato.

I nachos sono un piatto abbastanza recente, in quanto risalgono al 1943, e l'uomo a cui dobbiamo essere grati per averli inventati è Ignacio Anaya, detto "Nacho". Ignacio lavorava come maitre nel ristorante messicano "Victory Club" a Piedras Negras, al confine con il Texas. Un giorno, si fermarono a pranzo alcune donne, mogli di alcuni soldati americani che prestavano servizio in una base militare lì vicina, e Ignacio, per soddisfare la loro fame e per stupirle, si inventò questa ricetta tagliando delle tortillas di mais in triangoli sottili e servendole con formaggio fuso e peperoncini jalapenos. Le donne rimasero estremamente colpite e gli chiesero il nome di quel piatto, che Ignacio denominò "Special Nachos".

 Per oltre vent'anni la fama dei nachos crebbe a dismisura fino al momento in cui Frank Liberto ebbe l'idea di proporli come snack durante le partite di baseball all'Arlington Stadium: fu l'inizio di una consacrazione destinata a durare nel tempo. Nel 1950 la ricetta dei nachos entrò nel libro di cucina tradizionale messicana e il 21 ottobre, giorno della nascita di Nacho Anaya, è stato dichiarato l'International Day of Nachos.

Dalla ricetta originaria dei nachos, che prevedeva solo formaggio fuso e jalapenos, oggi si trovano tantissime varianti in commercio: dai nachos cosparsi di chili con carne, a quelli accompagnati da salumi, chorizo o bacon. Per i vegetariani invece, le ricette prevedono l'uso di fagioli, spinaci, cipolle, lattuga, crema di melanzane, guacamole, peperoni, olive e pomodori. Insomma, nessuno rischia di rimanere a stomaco vuoto quando si parla di nachos!


Día de la Raza: Breve Excursus Storico

Il Día de la Raza equivale al Columbus Day americano, nato per celebrare il giorno dell'arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo il 12 ottobre 1492. Conosciuto in alcune aree dell'America Latina anche come Dia de la Hispanidad, è stato celebrato per la prima volta in Messico nel 1928 su iniziativa di José Vasconcelos, con un significato di mescolanza e sincretismo culturale. Questa festa si teneva anche in Spagna fino al 1958, quando il suo nome fu cambiato definitivamente in "Día de la Hispanidad", ma la denominazione (e la conseguente modalità di festeggiamenti) si presenta diversa in molti paesi del Sud America.

La denominazione iniziale venne data dal ministro spagnolo Faustino Rodríguez-San Pedro, che nel 1913 pensò a una celebrazione per unire Spagna e America Latina, la cui data prescelta venne fissata al 12 ottobre. Il testo che accompagnò l'annuncio della festività recita: "Questo è il motivo per cui è stata promossa dall'Unione Ibero-Americana, ossia quello di commemorare la data della scoperta dell'America, in modo che sia allo stesso tempo un omaggio alla memoria dell'immortale Cristoforo Colombo e un modo per esternare l'intimità spirituale tra la scoperta e la civiltà della nazione spagnola e quelle formate sul suolo americano, oggi Stati prosperi".


Taco Day: Storia, Curiosità e Varianti dei "Leggendari" Tacos

Solo a sentire la parola "Tacos" ci viene un certo languorino... E non c'è giorno migliore per parlare di questo piatto tradizionale messicano di oggi, in quanto il 4 Ottobre si celebra il Taco Day! Scoprite qui la storia e alcune curiosità sui tacos, mentre per soddisfare la vostra voglia vi aspettiamo a cena con le nostre varianti calienti ;)

STORIA

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I tacos sono un piatto tradizionale famoso non solo in Messico, ma in tutto il mondo, essendo una testimonianza della storia di questo paese: basti pensare che uno degli ingredienti base dei tacos, il mais, veniva usato già dai Maya e dagli Aztechi per le loro ricette; era considerato un alimento sacro, a tal punto da credere che gli dei avessero plasmato l’uomo proprio dal mais.

Nel corso dei secoli, le ricette Maya hanno subito l’influenza della cucina spagnola portata dai conquistadores e proprio i tacos racchiudono gran parte di questa storia ricca di contaminazioni: mais, fagioli e peperoncini sono caratteristici delle civiltà precolombiane mentre il consumo della carne, anche per mezzo dei tacos, è aumentato in seguito alle invasioni spagnole. I tacos sono poi conditi con aromi, salse gustose e spezie che rendono il risultato irresistibile.

Pensate che alla cucina messicana è stato addirittura attribuito lo status di “patrimonio immateriale dell’Umanità”, titolo assegnatole dall’UNESCO nel 2010 per il fatto che questa tradizione culinaria ha tramandato fino ad oggi usanze di secoli fa. Ancora oggi infatti, molti piatti e varianti di tacos vengono preparati con tecniche millenarie.

 

VARIANTI

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I tacos si presentano in molte versioni: quella con la carne è una delle più conosciute, ma le varianti sono infinite, da quelle vegetariane a quelle con il pesce o con i crostacei per arrivare alle sperimentazioni più audaci, che abbinano ad esempio frutta e spezie. Per i più avventurosi, esistono anche i tacos con ripieno di carne di insetti: cavallette, vermi bianchi e rossi o larve di formica.

Attraverso un metodo molto diffuso, i tacos una volta cotti vengono stratificati in un cestello di tessuto rivestito con plastica per trattenere il calore. A questo punto vengono ricoperti di grasso di maiale, cipolle crude, olio e poi racchiuso nel cestino. Gli ingredienti tradizionali per i tacos comprendono purè di patate, fagioli, cotenne di maiale pressate e varie salse e spezie. Non esiste un “taco messicano archetipico, in quanto ogni regione presenta la propria varietà, una buona scusa per girare il paese in lungo e in largo per assaggiarle tutte!

 

UN'ULTIMA CURIOSITÀ...

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I messicani mangiano talmente tanti tacos che l'espressione “echarse un taco (farsi un taco) è diventata sinonimo di "mangiare", mentre la frase “Le echas mucha crema a tus tacos” (Hai aggiunto un sacco di panna acida per i tacos), significa metaforicamente che qualcuno si ritiene migliore di quello che è!


Cucina Messicana: i 4 Piatti "Strani" da Provare Assolutamente

Se diciamo "Messico" il vostro stomaco urlerà d'istinto "tacos, nachos, burritos!", ma la verità è che questo paese è dotato di una cultura culinaria vastissima, pronta a sorprendervi con sapori e piatti inaspettati (a tratti anche "strani") ma assolutamente deliziosi! Riusciranno i nostri 4 suggerimenti a suscitare in voi la curiosità di assaggiarli?  Nota bene: si tratta di un approfondimento sulla cucina messicana ma non sono inclusi nel nostro menù.

 

POZOLE

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Partiamo in realtà con un piatto tradizionale ma forse meno conosciuto, ossia il pozole, uno stufato di granturco cotto che può essere servito con carne, cavolo, peperoncino, cipolla, spezie o aromi. Si tratta di uno dei più antichi piatti del Messico: risale infatti al periodo azteco e si pensa che in principio la carne utilizzata per il pozole fosse umana... Ma non temete, oggigiorno si usa solo (o quasi) quella del maiale!

 

 NOPALES

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Avete mai pensato di assaggiare le foglie dei cactus? Perchè in Messico le mangiano e anzi, è uno dei piatti locali più deliziosi! I nopales sono foglie di cactus servite o crude o grigliate: sono ricche di proteine e vengono utilizzate anche nel campo della medicina per le loro proprietà benefiche. Ne esistono più di 114 specie e non dovete temere, le spine vengono prima rimosse!

 

CHAPULINES

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La situazione inizia a farsi interessante: siamo infatti giunti ai Chapulines, ovvero, le cavallette. Avete letto bene, cavallette: questi insetti, dopo essere stati puliti e lavati, vengono tostati sulla piastra e conditi con aglio, succo di lime e sale. Sono ritenute molto appetitose e croccanti e noi, a questo proposito, vogliamo darvi un consiglio: mangiatele con gli occhi chiusi per non pensare alla loro "natura"!

 

HUITLACOCHE

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Arriviamo infine al cibo più "disgustoso" della lista: parliamo dello huitlacoche, un fungo che si sviluppa nelle pannocchie e che produce delle malformazioni dal colore grigio/nerastro. In altre parti del mondo é considerato una piaga, mentre in Messico fa parte da sempre dell’alimentazione locale. Non lasciatevi ingannare dal loro aspetto, questi funghi hanno in realtà un sapore delicato e leggermente affumicato perfetto da gustare come ripieno dei tamales o nello stufato. Come se non bastasse, vengono addirittura serviti come dolce!


"Ghe se de Tuto Aea Fiera del Soco", Anche il Cibo Messicano!

Chi ha detto che bisogna aspettare la prossima estate per rivedere la sabbia? ????

 

Ci siamo, il conto alla rovescia per la Fiera del Soco 2019 ha ufficialmente inizio! Venerdì 6 settembre infatti, prenderà il via la storica manifestazione grisignanese con un programma ricco di eventi, divertimento e buon cibo, a cominciare dalle specialità messicane, o meglio ancora, del Covo Del Ribelle ;)

Vi aspettiamo alla Fiera fino al 12 settembre per trascorrere insieme delle serate indimenticabili a base di piatti tipici, musica e buona compagnia, praticamente il trio perfetto ????

Ecco la line up dei dj-set che ci accompagneranno durante la Fiera:

???? VENERDI 6 SETTEMBRE (dalle 20.00 a chiusura) Gianmaria Veronese
???? SABATO 7 SETTEMBRE (dalle 20.00 a chiusura) GliSpettinati
???? DOMENICA 8/ MARTEDI 10/ GIOVEDI 12 SETTEMBRE (dalle 20.00 a chiusura) Ricky Animation
???? LUNEDI 9 SETTEMBRE (dalle 20.00 a chiusura) GABRY C
???? MERCOLEDI 11 SETTEMBRE (dalle 20.00 a chiusura) Mauro Ross Dj


Alfonso Cuarón, Guillermo del Toro e Alejandro Gonzales Iñárritu: i Three Amigos del Cinema Messicano

Sono messicani, sono nati negli anni '60, 
sono registi premi Oscar ma soprattutto, sono amici da una vita.

Signori e signore, vi presentiamo Guillermo del Toro, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu,
i Three Amigos (si, è scritto correttamente) che hanno segnato la rinascita del cinema messicano.

Cuarón e Iñárritu sono originari di Città del Messico mentre del Toro è di Guadalajara. Cuarón e del Toro lavorarono insieme per la prima volta sul set di "La Hora Marcada" (1986), dove Cuaròn era tecnico degli effetti speciali e del Toro aiuto-regista. In quell'occasione collaborarono con Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia e amico di Iñárritu (che al tempo lavorava in radio) che lo presentò agli altri due.

Il primo a fare film fu Cuarón, che nel 1991 diresse "Uno per tutte". Nel 1993 invece, del Toro diresse l’horror messicano "Cronos", mentre negli stessi anni, Iñárritu fece un film per la tv. I primi successi per tutti e tre arrivarono però nei primi anni Duemila: Cuarón diresse "Y tu mamá también" e "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", Iñárritu diresse "Amores perros", "21 grammi" e "Babel", mentre del Toro diresse "Blade II" e "Il labirinto del fauno". Dal 2013 ad oggi, con titoli come "Gravity", "Birdman", "Revenant", "La forma dell’acqua" e "Roma", il trio ha vinto in tutto diciassette Oscar! Nel 2007 inoltre, hanno fondato una casa di produzione cinematografica, la Cha Cha Cha Films, per promuovere i progetti messicani: è anche grazie a loro se si è passati dai 14 film prodotti in Messico nel 2002 ai 170 realizzati nel 2017.

Indubbiamente la carriera di ognuno dei Three Amigos ha beneficiato della presenza degli altri, spingendosi oltre i limiti della tecnologia e della narrazione convenzionale; i tre si danno spesso consigli e sono anche i critici più severi tra loro. A livello di stile, di generi e di carattere tuttavia, rappresentano tre frangenti diversi: Del Toro è uno degli esponenti principale del genere horror e fantasy, Iñárritu è un regista dall'approccio innovativo e sperimentale mentre Cuarón si destreggia tra lo sci-fi e la rappresentazione sociale. I tre sono accomunati da una conoscenza cinematografica enciclopedica, dall'amore per il Messico e... dall'amicizia con Emmanuel Lubezki, che ha condiviso con loro ogni traguardo e momento importante, Oscar per la fotografia inclusi!


Feliz Cumpleaños “Il Covo del Ribelle”!

La passione per il Messico.
La bontà della cucina messicana.
Un’avventura che ha avuto inizio nel 2006 e che ad oggi conta una lista di successi e soddisfazioni uniche: ripercorriamo la storia de "Il Covo del Ribelle" per celebrarne i 13 anni di attività!

 

Il Covo del Ribelle”, il ristorante messicano più famoso di Vicenza e dintorni, nasce il 17 agosto 2006 da un’idea di Alessandro Marin: una decisione che ha richiesto grande lavoro, entusiasmo e impegno, tutti elementi che sono poi stati ricambiati nel tempo dalla fiducia e dall’apprezzamento dei clienti, che ad oggi sanno a chi rivolgersi per assaggiare l’autentico sapore messicano (previa prenotazione consigliata).

Spinti dalla voglia di fare ancora di più, il 21 marzo 2013 apre Il covo del Ribelle a Rosà, un secondo ristorante che sfoggia anche un rilassante giardino estivo. Anche in questo caso, drink e piatti sono pensati per essere gustati in un ambiente che richiama la cultura messicana.

Il menu dei locali presenta un’ampia varietà di scelte, anche vegetariane, vegane, gluten free e per i più piccoli: dagli antipasti come chimichanga e flautas agli immancabili nachos, passando poi per tacos, fajitas, quesadillas e burritos… C’è inoltre la possibilità di scegliere il menù degustazione, per un assaggio generale dei sapori messicani. Ad accompagnare la cena non possono mancare i drink, sia della tradizione che rivisitati in chiave originale: dalla piña colada alla tequila, dai mojito ai daiquri fino all’immancabile margarita e senza dimenticare le birre, per un’esperienza a 360 gradi della cucina del Messico. Oltre a celebrare compleanni, feste o semplicemente per trascorrere una serata particolare, potete approfittare del servizio d’asporto per gustare le nostre specialità direttamente a casa vostra!

E se voleste mettervi alla prova riproducendo i piatti tipici messicani con ingredienti genuini, la soluzione in questo caso ve la propone la Don Josè Alimentaria Srl, nata nell’agosto del 2015. L’azienda artigianale produce le famose tortillas di farina (disponibili in più gusti) e i nachos e importa prodotti messicani, che spaziano dalle salse alle birre.

Ancora buon Compleanno "Il Covo del Ribelle, cheers to the future!


Lucha Libre: L'Identikit del Match Messicano Perfetto

Per il vostro prossimo viaggio in Messico siete in cerca di un’attività turistica “non convenzionale”? Preparate le maschere allora, gli incontri di Lucha Libre vi aspettano!

 

DEFINIZIONE

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La lucha libre è uno stile di wrestling che si afferma in Messico negli anni trenta, ed è tutt’oggi considerato caratteristico della tradizione messicana. Si tratta di uno stile di lotta libera più veloce e frenetica di quella del wrestling canonico e, di conseguenza, più spettacolare da vedersi; i luchadores (nome dei combattenti della lucha libre) infatti, oltre ad un’ottima preparazione atletica devono anche saper intrattenere il pubblico: non a caso, si tratta di un’esperienza molto coinvolgente da vivere, anche troppo se vi sedete vicino al ring, perché rischiate di essere trascinati dall’entusiasmo generale o addirittura nell’azione!

 

ORIGINI

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Come detto, la lucha libre odierna si afferma negli anni ’30, ma tutto ebbe inizio nel 1863 quando Enrique Ugartechea, ispiratosi alla tradizione greco-romana gettò le basi della tradizione che conosciamo oggi. Rimase uno sport amatoriale fino al 1933, quando Salvador Lutteroth González fondò l'Empresa Mexicana de Lucha Libre (oggi conosciuta come Consejo Mundial de Lucha Libre, o World Wrestling Council) e iniziò a promuovere combattimenti prima in Messico e, successivamente, negli Stati Uniti.

 

TECNICA

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La lucha libre segue tendenzialmente le regole del wrestling americano e prevede i classici incontri uno contro uno, anche se molto diffusi sono i match che vedono tre wrestler affrontarne altri tre, chiamati “trios match”: all’interno dei due team vengono nominati due capitani e, per aggiudicarsi l’incontro, è necessario sottomettere il capitano del team avversario o almeno due membri del team. Tale tipologia di incontro si può svolgere anche con due team formati da quattro uomini. Molto comuni sono anche i “Two out of three falls match”, in cui non c'è limite di tempo. Le regole, applicabili a tutte le tipologie d’incontro, vengono decise dalle Comisiónes de Box y Lucha che hanno sede nelle capitali dei vari stati messicani.

 

MASCHERE

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La storia delle famose maschere lucha libre risale al 1933, quando un lottatore di nome El Ciclón McKey commissionò a Don Antonio Martinez (il cui negozio originale esiste ancora oggi e si trova vicino all'Arena Mexico di Città del Messico) una maschera per una lotta imminente: fu un successo strepitoso, a tal punto che nessun luchador rivela il proprio vero nome mentre è calato nel personaggio. La maschera ha sempre un significato e spesso si ispira da altre: ad esempio, può essere un tributo ad un’accademia di allenamento o a un lottatore famoso.

Le “máscaras” vengono anche messe in palio nei match “máscara contra máscara": lo sconfitto di questo tipo di match deve consegnare la sua maschera al vincitore e, se vorrà rimascherarsi, dovrà usarne una diversa. Anche questi match possono coinvolgere tre lottatori contro tre: in questi casi, l’intera squadra perdente è costretta a smascherarsi, un’azione considerata disonorevole nella lucha libre.

La maschera diventa una componente essenziale per i lottatori, e l’esempio più lampante è dato dal leggendario El Santo: mai sconfitto in tutta la sua carriera, iniziata nel 1942, rivelò la sua vera identità solo poco prima della sua morte nel 1984, e venne poi sepolto con la sua maschera d’argento!


Beer Day: un Brindisi alla Maniera Messicana!

Solitamente non si ha bisogno di una motivazione per godersi una buona birra, ma nel caso in cui dovesse servirvi, sappiate che oggi si celebra il #BeerDay! Prima di festeggiare a dovere, scoprite qualche curiosità tutta messicana su questa bevanda tanto amata. CHEERS!

 

STORIA E ATTUALITÀ

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Proprio come per la tequila, anche la storia della birra messicana risale al periodo precedente all’arrivo dei conquistadores: le civiltà precolombiane infatti, facevano già consumo di una birra di mais chiamata Tesgüino per entrare in contatto con le divinità durante i riti religiosi. Nel 1976, la si inizia ad esportare in America, in seguito poi in altri paesi, fino a raggiungere l’Italia nei primi anni '90. Oggigiorno, la birra rappresenta la bevanda alcolica più consumata in Messico, seguita ovviamente dalla tequila.

La birra messicana (nota anche come "cerveza") più conosciuta in assoluto è la Corona, mentre altri nomi di rilievo sono Victoria, Modelo, Indio, Montejo, Pacifico, Barrilito e la Nochebuena (la birra di Natale) prodotta durante il periodo natalizio. Infine, troviamo la Ocho Reales, una birra che presenta solo quattro ingredienti (acqua, luppolo, malto d'orzo e lievito) e completamente gluten free!

LA OCHO REALES È DISPONIBILE PER IL MERCATO ITALIANO IN ESCLUSIVA DA DON JOSÈ ALIMENTARIA.

 

PARTICOLARITÀ E DISTRIBUZIONE

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Il Messico è al primo posto al mondo tra i Paesi esportatori di birra e il quarto nella classifica di produzione.

La birra messicana può essere suddivisa in 6 diversi tipologie in base alla varietà, alla miscela dei malti e al metodo di fabbricazione: abbiamo la birra chiara (prodotta con malto non tostato), la birra scura (con malto e orzo tostati), la birra Campechana (ottenuta da una miscela di orzi dalla diversa tostatura), la birra lager (invecchiata con luppolo e prodotta a freddo), la Cuvée (di produzione stagionale, come la sopracitata Nochebuena) e la birra analcolica.

 

TRADIZIONE

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Secondo la tradizione, una birra messicana deve essere servita con sale e limone oppure deve essere bevuta nella maniera “Michelada” (miscelata), una miscela di birra, succo di limone, sale e altre salse varie, considerata un ottimo rimedio contro l'afa estiva e addirittura per i postumi di una sbornia!

Oltre alle versioni in vetro e alla spina, esiste in Messico anche una versione “esagerata” nota come caguama, un bottiglione enorme (parliamo di 1 o 2 litri!) che si può ricaricare nei negozi alimentari: una volta comprata la bottiglia, la si può ricaricare ad un prezzo più basso, in genere meno di due euro. Facile e invogliante, non trovate? ;)