Cinco de Mayo: la Festa dell'Orgoglio Messicano
Il Cinco de Mayo è una delle feste messicane più conosciute nel mondo: si tratta di un motivo di orgoglio nazionale che ha saputo contagliare anche gli Stati Uniti. Ecco tutto quello che c'è da sapere a riguardo!
SIGNIFICATO
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Il Cinco de Mayo si celebra il giorno della Battaglia di Puebla (5 Maggio 1862), durante la quale venne inflitta alla Francia una sonora ed inaspettata sconfitta da parte dell'esercito guidato dal generale Zaragoza. Per questo motivo, è conosciuta come la festa dell'orgoglio messicano. La festa si celebra anche negli Stati Uniti: nel 1862, la “Guerra di secessione” era appena iniziata e i soldati dell’Unione, che vennero a sapere dell’impresa dei soldati messicani, furono fortemente ispirati dal loro coraggio.
Il Cinco de Mayo non va confuso con la Festa dell'Indipendenza Messicana, in quanto fu ottenuta il 28 aprile 1836. La festa tuttavia non viene celebrata il 28 aprile, bensì il 16 settembre. Il giorno è stato scelto per celebrare padre Miguel Hidalgo y Costilla, che nel 1810 diede il via alla Guerra per l’Indipendenza del paese.
FESTEGGIAMENTI
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Oltre a essere festeggiato negli Stati Uniti e in Messico, il Cinco de Mayo è celebrato anche in Canada, in Australia, un Nuova Zelanda, in Inghilterra e persino in Francia, e le celebrazioni coinvolgono anche i cittadini che non sono di origine messicana.
In Messico è un giorno di Festa Nazionale solo nello Stato di Puebla, dove avvenne la famosa battaglia. Nel Puebla scuole e uffici pubblici restano chiuse, cosa che non si verifica nel resto del paese. Tuttavia, le celebrazioni hanno luogo ugualmente anche al di fuori di Puebla.
Si può tranquillamente affermare che il Cinco de Mayo sia più celebrato negli Stati Uniti che in Messico, e le celebrazioni sono più gradi dove la comunità messicana è più numerosa, come in California, a New York o Chicago.
Come avviene per il Dia de Los Muertos, anche il Cinco de Mayo prevede la sua caratteristica parata, accompagnata dalla folkloristica musica suonata dai mariachi. In Messico vengono organizzate anche corride e rievocazioni storiche della Batalla de Puebla.
Piramidi Mesoamericane: Una Storia Affascinante e Monumentale
Come degli storici o archeologi, andiamo allo scoperta delle suggestive e imponenti piramidi mesoamericane!
Le piramidi a gradoni spesso presentavano dei templi sulla sommità, e ricordano molti agli ziqqurat mesopotamici e le piramidi egizie. La regione mesoamericana con il maggior numero di piramidi è quella di Cholula, nello Stato di Puebla.
MAYA
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La penisola dello Yucatan ospita alcuni tra i più significativi siti archeologici mesoamericani appartenenti alle civiltà Maya. I Maya, vissuti circa 3000 anni fa, iniziarono a costruire questo tipo di monumenti come tumuli: questi furono i predecessori delle piramidi a gradoni del periodo Terminale Pre-Classico e successivo. Tali piramidi si basano su pietre scolpite al fine di creare una sorta di scala. Molte di queste strutture presentano una piattaforma sulla sommità, sopra la quale si costruiva un edificio sacro, associato ad una divinità. Le piramidi maya furono erette anche per essere utilizzate come luogo di inumazione dei re.
La serie di rovine Maya più famose al mondo si trova a Chichen Itza, il cui edificio più famoso è il Tempio di Kukulcan, un'imponente piramide a gradoni nel centro della città. Un altro sito mportante si trova a Palenque, un complesso maya circondato dalla giungla del Chiapas che presenta numerosi edifici e piramidi, fra cui il Palazzo e il Tempio delle Iscrizioni.
AZTECHI
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In contemporanea a quella Maya, e poco più a nord nel Messico continentale, si sviluppò un’altra grandi civiltà, quella degli Aztechi, formata da una serie di città-stato. Simile a quelle Maya, tra le piramidi azteche più famose troviamo quella presente nel sito di Teotihuacan, chel suo periodo di massimo splendore, era la città più popolata delle Americhe, con oltre 125.000 cittadini.
Piñata Day: Tutto Quello che c'è da Sapere sulla Pentolaccia!
Il 18 Aprile si celebra il Piñata Day! Scopriamo la nascita e la tradizione che si cela dietro le famose e colorate pentolacce.
STORIA DELLA PIÑATA
Secondo un’ipotesi particolarmente diffusa, i primi a realizzare qualcosa di simile alla piñata sarebbero stati i cinesi che, per celebrare il loro capodanno, creavano delle statuette a forma di bovino, le rivestivano di carta colorata, le riempivano di semi misti e le rompevano poi con dei bastoni, in segno di buon auspicio per l'anno che veniva. Tale tradizione, sarebbe poi stata importata in Italia da Marco Polo nel XIII secolo: qui presero il nome di "pignatte" e venivamo riempite di gioielli o dolci, un'usanza che prese poi il via anche in Spagna, dove è consuetudine che la piñata venga rotta la prima domenica di Quaresima.
All’inizio del XVI secolo, i missionari spagnoli portarono la piñata in Messico, dove però le popolazioni indigene avevano già adottato un'usanza simile. Gli aztechi infatti, celebravano la nascita del dio Huitzilopochtli mettendo nel suo tempio una pignatta di terracotta in cima a un palo alla fine dell’anno. La pignatta veniva abbellita, riempita di piccoli tesori e poi rotta con un bastone: i tesori che cadevano a terra, diventavano un’offerta per la divinità. Anche i maya avevano una tradizione simile, un gioco nel quale i partecipanti bendati dovevano colpire una pignatta di terracotta sospesa con una corda.
I missionari spagnoli si servirono allora della piñata per rappresentare la lotta cristiana tra bene e peccato. La piñata tradizionale era un vaso di terracotta rivestito di carta colorata che aveva la forma di una stella a sette punte, rappresentative dei sette peccati capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, invidia, gola e accidia. Rompere la piñata da bendati rappresentava la vittoria della fede sul male. I dolciumi all’interno della piñataerano la ricompensa.
LA PIGÑATA OGGI
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Oggi la piñata fa parte dei festeggiamenti delle posadas durante il periodo natalizio. Inoltre, rompere la piñata è considerato un elemento essenziale delle feste di compleanno messicane. Per molti messicani tuttavia, la piñata perso la sua connotazione religiosa, diventando un mero divertimento: oggi sono disponibili di tutte le forme e colori!
Pasqua in Messico: Tradizioni e Celebrazioni
Come si celebra la settimana santa e la Pasqua in Messico? Scopriamo le tradizioni di questa terra!
DOMENICA DELLE PALME
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La celebrazione comincia con la domenica delle Palme. Prima della Messa, c'è una breve processione: la gente si raccoglie davanti alla chiesa e il celebrante, dopo la lettura del vangelo, benedice le palme. Canti e preghiere accompagniamo poi la processione di Gesù, rappresentato da un giovane vestito di bianco, montato su un asinello o su un mulo.
SETTIMANA SANTA
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Per il giovedì santo, durante la Messa della "Cena del Signore", si fa la lavanda dei piedi di dodici uomini, vestiti come gli apostoli. È pratica comune inoltre dedicare alcune ore di adorazione a Gesù nell'Eucaristia, incrementando la diffusa adorazione perpetua del Santissimo.
Il venerdì santo si comincia con la via crucis, con rappresentazioni a ogni stazione. La comunità decide in precedenza chi rappresenterà Gesù: deve essere un papà o un giovane onesto, devoto, rispettato da tutti. Si usa lo stesso criterio per scegliere Maria. Gli altri personaggi sono indifferentemente adulti o bambini e ragazzi. Vi partecipa tanta gente che prega, canta, si commuove, sopportando il caldo quando il rito avviene verso mezzogiorno. Più tardi si vive il rito liturgico della lettura della Passione, dell'adorazione della croce e della Comunione.
Il sabato, la gente si raduna per ascoltare e partecipare a un discorso di condoglianze a Maria per il dolore della morte di Gesù. Alla sera, gli uomini vestiti a festa portano l'acqua da benedire e le candele da accendere al fuoco: è il segno di Cristo Risorto, Luce del mondo, che sistemeranno nelle proprie case.
PASQUA
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Una delle tradizioni pasquali più diffuse e divertenti in Messico vede l’uovo come protagonista: los cascarones, ovvero i gusci delle uova, vengono, in occasione della Pasqua, riempiti di coriandoli o di confetti e poi chiusi con un pezzetto di carta velina. Le uova effettive invece, si colorano e si rompono poi sulla testa degli amici, in segno di buon augurio. E a Pasquetta? Beh, tutti in spiaggia ovviamente!
Maya, Aztechi e Inca: Riassunto delle Civiltà Precolombiane
Maya, Aztechi e Inca sono civiltà precolombiane, ossia popolazioni che vivevano in America prima della scoperta del continente da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Vediamo insieme e in breve le caratteristiche principali di queste civiltà perdute ma tutt'oggi considerate affascinanti!
MAYA
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I Maya erano una delle popolazioni più evolute del centro America, sviluppatasi nella penisola dello Yucatán, in Guatemala e in Honduras a partire dalla metà VII secolo A.C., ed erano organizzate in una miriade di città-stato indipendenti, dove avevano sede solo i templi e le abitazioni del clero; la popolazione invece, viveva nelle campagne circostanti.
Il capo della città era il sommo sacerdote, che deteneva anche i poteri politici e giudiziari. Il clero era affiancato dal ceto nobiliare che possedeva la terra lavorata dalla popolazione. L’agricoltura era praticata secondo il sistema del taglia-fuoco, e comprendeva peperoncini, fagioli, zucca e mais. I segni della scrittura erano chiamati glifi, dati dalla mescolanza tra il sistema pittografico e quello fonetico.
Il calcolo del tempo aveva tra i Maya un’importanza enorme ed erano in uso diversi calendari, basati sulle stagioni dell’agricoltura; grazie alle loro conoscenze astronomiche, essi calcolarono l’anno solare di 365 giorni. Padroneggiavano l’aritmetica e avevano scoperto lo zero molti secoli prima degli Arabi. Nel XVI secolo, l'impero spagnolo colonizzò la regione mesoamericana e la civiltà scomparve definitivamente nel 1697.
AZTECHI
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Verso l’Anno Mille gli aztechi erano una popolazione nomade che percorreva le pianure del Messico settentrionale e le steppe sud-occidentali del Nord America. Il nome con cui essi stessi si indicavano è "Mexica" o "Tenochca", e non a caso Mexica è il termine usato per definire i loro discendenti. Dopo essersi spostati nell’altopiano del Messico, agli inizi del XV secolo incominciarono la loro ascesa, che li portò a sottomettere le comunità della regione e a organizzare un impero che si estendeva su quasi tutto il Messico e su parte del Guatemala.
L’impero, organizzato in distretti, era dominato dall’imperatore; quest’ultimo era affiancato da un Consiglio Supremo con funzioni amministrative e giudiziarie. Le cariche civili e religiose erano riservate ai nobili, mentre i mercanti e gli artigiani rappresentavano un ceto intermedio. Alla base di questa piramide sociale, stavano invece i servi e gli schiavi.
L’architettura delle città azteche, in particolare della capitale Tenochtitlán, affascinò gli europei per la cura e l’eleganza dei palazzi, le piramidi. Nel 1521 Hernán Cortés, conquistò la città e, successivamente, gli spagnoli fondarono Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; da qui, procedettero con la colonizzazione dell'America Centrale.
INCAS
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La popolazione della regione di Cuzco (Perù) fondò tra il 1450 e il 1532 un impero vastissimo, che si estendeva per oltre 4000 km dall’Ecuador settentrionale al Perù, alla Bolivia occidentale, al Cile settentrionale. Lo sterminato territorio del loro impero era costellato di centri urbani, ognuno dei quali aveva le sue piramidi-tempio.
L’impero inca si reggeva su un sistema politico rigido e gerarchico, basato sull’attività militare dell’aristocrazia e sullo sfruttamento delle popolazioni sottomesse. Il sovrano, ritenuto l’incarnazione del dio Sole, era il capo supremo. Gli artigiani inca producevano oggetti di terracotta e di pietra, ed erano insuperabili come orefici.
Quanto all’edilizia, gli inca erano abili costruttori di edifici in pietra. Attribuivano poi una grande importanza alla divinazione, effettuata dai sacerdoti. Nel 1532, l’impero venne conquistato dallo spagnolo Francisco Pizarro: il popolo inca, convinto che i conquistadores spagnoli fossero di natura divina, non oppose resistenza.
Abbigliamento Messicano: i Must-Have della Tradizione
Dress Code del giorno? Messicano!
Scopriamo insieme i capi di abbigliamento tradizionali in una sorta di "viaggio" ricco di colori e stile.
REBOZO
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Il rebozo è un capo d'abbigliamento appartenente al guardaroba femminile: realizzato in cotone, lana o seta, si può indossare come se fosse una sciarpa o per il trasporto di neonati e oggetti. I modelli monocromo si chiamano Chalinas ma sono generalmente molto colorati e fantasiosi, e li si ritrova soprattutto nelle danze folkloristiche messicane.
SARAPE
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Il sarape è l'abito tradizionale messicano, normalmente indossato dagli uomini, ed è l'equivalente del rabozo femminile. Caratteristico dello stato di Coahuila, si tratta di una specie di poncho. Realizzato con la lana, viene poi tinto con una base di colore scuro o nero, sul quale si realizzano in seguito delle fasce di colori vivaci.
GUAYABERA
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La guayabera è una camicia di lino a manica lunghe o corte, caratterizzata da pieghettature verticali (alforzas) che corrono lungo il davanti e il dietro della camicia e dotate di due o quattro tasche; è nota per essere la camicia nuziale messicana.
La parte superiore di ogni tasca è generalmente dotata di un bottone bianco, così come le parti inferiori delle pieghettature. Alcune camicie hanno poi uno spacco di 7–8 cm su ciascun lato. La variante messicana prevede generalmente tre bottoni su ciascun lato, mentre l'orlo è diritto.
SOMBRERO
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Il sombrero (dall'omonimo termine spagnolo che significa "cappello"), è il tipico cappello messicano, caratterizzato da una tesa molto larga per proteggersi dal sole. Si realizza generalmente in paglia e ne esistono infinite varianti di colori e decori!
PONCHO
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Un poncho è una sorta di mantella nata per mantenere il corpo caldo e asciutto in caso di pioggia. È essenzialmente un unico pezzo quadrangolare di tessuto con una apertura nel centro per la testa e per le braccia, usato come mantello. Esistono diverse varianti di questo capo riccamente dettagliato e colorato, quella messicana è la Gaban.
Messico da Bere: le Bevande Alcoliche Tradizionali Più Famose
Il Messico presenta una ricca varietà di bevande alcoliche tradizionali, tutte da provare e gustare! Scopriamo insieme le più famose bevande tradizionali: noi siamo incerti, quale merita la... "Corona" di migliore in assoluto?!
TEQUILA
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La tequila è la bevanda più rappresentativa in Messico. Si tratta di un distillato estratto dall'agave blu o agave tequilana coltivata negli stati di Jalisco, Michoacán, Guanajuato, Nayarit e Tamaulipas. La tequila filtrata e imbottigliata dopo un breve periodo di riposo è la Blanco, la più schietta. Gli altri tipi si distinguono invece in base al grado di invecchiamento: troviamo la Reposado, maturata in botti di rovere per almeno tre mesi, Añejo, a contatto con il legno da uno a tre anni, Extra añejo quello che supera i tre anni. I cocktail più famosi a base di tequila sono Margarita, Tequila Sunrise e Vampiro.
MEZCAL
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Il Mezcal è un liquore ricavato dalla distillazione del cuore del maguey. Questo liquore è prodotto con l'agave proveniente da nove stati del paese: Guanajuato, Durango, Michoacán, Guerrero, San Luis Potosi, Puebla, Oaxaca, Zacatecas e Tamaulipas. Può essere prodotto potenzialmente con tutti i tipi di agave, tuttavia la più utilizzata è l'Angustifolia. A certi tipi di mezcal si aggiunge il cosiddetto verme maguey, per dar loro più tono.
ROMPOPE
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Questa bevanda originaria dello stato di Puebla è preparata con brandy o rum, latte, tuorli d'uovo sbattuti, zucchero, cannella, mandorle tritate e vaniglia, ed è usato anche come digestivo. La parola "rompope" deriva dalla parola "rompon", usata per indicare la versione spagnola di "eggnog", una volta che questa approdò in Messico.
ACACHUL
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Questa bevanda alcolica ha la sua origine nelle montagne settentrionali di Puebla. È fatto con frutta o semi di acacia spremuti, a cui si aggiunge poi il brandy e lo zucchero. Ci sono due modi per preparare la bevanda: A Puebla è fatto con acacia e brandy, mentre nello stato di Hidalgo viene preparato con vini di mora, arancia, limone, mela o guava.
BACANORA
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Questa bevanda ha lo stesso nome del comune da cui proviene, nello stato di Sonora. È ottenuto dalla cottura, dalla fermentazione e dalla distillazione del miele o del succo dell'agave vivipara o pacifica. Ha un alto contenuto di alcool ed è incolore. La sua distillazione venne a lungo considerata illegale, diventando infine legale nel 1992.
DPCM del 9 Marzo 2020: Comunicazione di Modifiche al Servizio
Restate a casa, alla cena ci pensiamo noi!????
- Nel rispetto del DPCM varato dal Governo il 9 marzo, i locali di Vicenza e Rosà rimangono chiusi al pubblico ed è sospeso il take-away
- Abbiamo quindi attivato il servizio di consegna a domicilio entro un raggio di 7km dai due locali con un sovrapprezzo di 2.50 euro ????
Orari: dalle 18.30 alle 22.30.
Le Figure Femminili più Famose del Messico
Forti, coraggiose, creative, libere, uniche.
In occasione della Festa della Donna, celebriamo insieme alcune delle donne messicane più famose degli ultimi tempi!
PAULINA RUBIO
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Nata a Città del Messico il 17 giugno 1971, Paulina Rubio è una delle cantanti latine più amate di sempre. La sua carriera ha avuto inizio nel 1991 e il suo primo album venne pubblicato nel '92 con il titolo di "La chica dorada", soprannome che verrà poi dato alla cantante. Il suo percorso procede tra un buon successo di critica e di pubblico e, nel 2000, con l'album "Paulina", ottiene la nomination al Grammy Latino e molti altri premi; nel 2002 esce il suo primo disco in inglese "Border Girl", con il quale guadagna la copertina della rivista Rolling Stone e raggiunge il milione di copie vendute nel mondo. Dopo l'uscita nel 2004 di "Pau-Latina", nel 2006 lancia 'album in spagnolo "Ananda", con il quale torna in vetta alle classifiche spagnole, latino-americane e statunitensi, e che contiene canzoni in collaborazione con Slash, Julieta Venegas e Shakira. Il suo nono album in studio, "Gran City Pop", viene pubblicato il 23 giugno 2009: appena una settimana dopo la pubblicazione, l'album ottiene il disco di platino negli Stati Uniti e Porto Rico, e quello d'oro in Messico. In totale, ha pubblicato 11 album, ha recitato in numerose serie tv, ha fatto da modella per brand come Cavalli e Louis Vuitton ed è molto attiva anche in campo umanitario. Insomma, un'artista a tutto tondo!
SALMA HAYEK
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Salma Valgarma Hayek Jiménez nasce a Coatzacoalcos, Veracruz, il 2 settembre 1966. Dopo le prime esperienze in campo televisivo che la rendono famosa in Messico, a ventuno anni si trasferisce a Los Angeles per perfezionare il suo inglese e per studiare recitazione. Nel 1993 ottiene un ruolo nel film di Allison Anders, "Mi vida loca", ma è solo nel 1995 che Salma si fa notare dal grande pubblico, grazie alla partecipazione a "Desperado" di Robert Rodriguez, accanto ad Antonio Banderas. Sempre diretta da Rodriguez, partecipa a "Four Rooms" (1995) e in "Dal tramonto all'alba" (1996). Nel 1997 ottiene il suo primo ruolo da protagonista nella commedia "Mela e tequila - Una pazza storia d'amore con sorpresa", mentre nel 1999 compare in "Studio 54", "Wild Wild West", "The Faculty" e in "Nessuno scrive al colonnello". Dopo aver interpretato Lola nel film di Antonio Cuadri "La grande vita", Salma veste i panni di Frida Kahlo nell'ultimo lavoro di Julie Taymor "Frida": il film le regala un'enorme successo e le permette di conquistare la nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista. La vedremo al cinema prossimamente in "The Eternals" del Marvel Cinematic Universe. L'attrice è impegnata da anni insieme a UNICEF nella lotta contro la violenza di genere.
FRIDA KAHLO
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Frida Kahlo, il cui vero nome è Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, è stata una pittrice messicana, nata a Coyoacán il 6 luglio del 1907 e morta il 13 luglio del 1954. Fin da piccola, mostra il suo carattere forte e passionale e il suo talento eccezionale, ma ha un fisico molto debole, essendo affetta da spina bifida. Nel 1925, quando ha solo 18 anni, viene coinvolta in un incidente stradale che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Riesce a salvarsi grazie a 32 interventi che la costringono a stare a letto per mesi, ma che compromettono la sua mobilità per sempre. Nel 1928 Frida conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. L’anno successivo i due si sposano, nonostante lui sia più grande di lei di 21 anni e abbia già due matrimoni alle spalle, avendo la fama di donnaiolo e marito infedele. Il suo amore per la pittura nasce durante i mesi in cui è immobilizzata a letto a causa dell’incidente, quando i genitori le regalano colori e pennelli. Tra le sue opere più famose troviamo The Frame, Le due Frida, Il Sogno (Il Letto), La colonna rotta, Mosè (o Nucleo solare), Cervo ferito, e L’amoroso abbraccio dell’universo.
DANIELA SOTO INNES
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Daniela Soto-Innes, chef e socia del ristorante Cosme a Manhattan, è stata nominata miglior donna chef al mondo per il 2019; a soli 28 anni è la più giovane vincitrice di tale riconoscimento (insignito da World’s 50 Best Restaurants) e vanta un curriculum eccezionale che l'ha portata a lavorare tra Stati Uniti e Messico. Alla guida di una cucina che per due terzi è condotta da donne e dà lavoro a numerosi immigrati, la chef ha ricevuto il premio per il suo approccio “dinamico e creativo” nel servire una cucina messicana contemporanea a New York.
YALIZA APARICIO
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Yalitza Aparicio Martinez è nata a Heroica Ciudad de Tiaxiaxo, nell’Oaxaca, l l’11 dicembre 1993. Entrambi i suoi genitori sono indigeni: il padre è mixteco, la mamma è trichi. La sua è sempre stata una famiglia molto povera: quando i suoi genitori si sono separati, lei e sua sorella hanno iniziato ad occuparsi dei fratelli più piccoli per permettere alla mamma di lavorare a tempo pieno. Dopo il liceo, decide di intraprendere la carriera di insegnante di scuola materna. Si diploma dunque in educazione della prima infanzia ed è in attesa della sua prima classe quando arriva l’occasione della vita: nel 2016, sua sorella Edith viene a conoscenza dei casting per il nuovo film di Alfonso Cuarón e decide di spingere Yalitza a fare un tentativo. La ragazza non ne vuole sapere, ma alla fine si lascia convincere. Il team di Cuarón nota subito l’enorme talento della Aparicio, nonostante la giovane non abbia mai intrapreso degli studi di recitazione, e la seleziona come protagonista del film "Roma", un debutto che le è valso la nomination al premio Oscar come miglior attrice nel 2019! Non vediamo l'ora di scoprire dove la porteranno i suoi prossimi progetti.
Charreria: Chi Sono I Cowboy del Messico
Amanti del Far West e dei Cowboy?
Facciamo un tuffo nella storia della charreria, una tradizione messicana ricca di adrenalina e di spettacolo!
Le origini della charreria e dei charros, i cosiddetti cowboy messicani (nota bene: sono nati prima i charros e dopo i cowboy americani), risalgono ai tempi di spagnoli e indios: i primi non volevano che i nativi messicani apprendessero come cavalcare, perché volevano evitare che si impadronissero di un animale così utile ed essenziale. Solo nel 1619 il Vicerè concesse al gesuita Gabriel de Tapia di insegnare a cavalcare a 20 indios, che dovevano prendersi cura di 100mila capi di bestiame.
La charreria vera e propria ha origine probabilmente nel 1800, quando i lavoratori delle haciendas, grandissimi latifondi a uso agricolo o pastorale, cominciano a specializzarsi nella costruzione di un rapporto col cavallo che andasse oltre le questioni puramente lavorative. Nel 1880 infine, Ponchano Diaz diede origine alla charreria professionale, comprendente dei grandi numeri di spettacolo. La più antica pratica potrebbe essere stata quella della cattura del toro, che si eseguiva con 3 persone: una lanciava il lazo per bloccare la testa, una per le gambe dietro, e una terza pronta a intervenire in caso di perdita di controllo. A disputarsi l’origine sono due Stati messicani: Hidalgo (presunto luogo di nascita della professione) e Jalisco.
La charreria è una questione familiare: i charros infatti sono persone che vivono dell’allevamento, e quindi usano questa tecnica ogni volta che devono marchiare, curare un cavallo o un toro. Solitamente, charro si nasce, anche se esistono dei corsi di charreria per bambini. Anche le donne possono diventare charros: la differenza è che cavalcano con le gambe di lato e non eseguono l’operazione di cattura dell’animale, dilettandosi invece con la pratica del lancio del lazo.
I charros fanno competizioni molto seguite a livello locale (la charreria è considerata uno sport nazionale in Messico), ed esistono diversi circuiti di gare con tanto di scommesse. Uno dei più noti è il “Circuito Excelencia”, una gara annuale che richiede come prezzo di iscrizione 100mila pesos per squadra all'anno. I premi corrispondono alla stessa quantità di denaro: non sorprende dunque che di questo lavoro si possa addirittura vivere.
Ciò che differenzia charros e cowboy sono i vestiti e la tecnica. I charros, prima di catturare l’animale, compiono una serie di movimenti di grande perizia, precisione e estetica, che anticipano il senso “pratico” dell’esercizio, cioè la cattura. Per quanto riguarda l'abbigliamento invece, si compone di una divisa folkorica vistosa, che si presenta in diverse colorazioni.
La charreria è diventata Patrimonio Culturale Intangibile dell’Unesco dal 1 dicembre 2016: un grande riconoscimento per una manifestazione così sentita a livello nazionale e così ricca di dettagli interessanti!